A fine ottobre dello scorso anno una grave crisi idrica causò la sospensione dell’erogazione di acqua potabile per oltre 75.000 utenze di nove comuni della provincia di Rovigo. Per scongiurare il ripetersi di un simile evento, Acquevenete, gestore del ciclo idrico in oltre 100 comuni delle province di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona e Venezia, ha messo in campo un piano di interventi che prevede opere, in parte già avviate, per un valore complessivo di 12 milioni di euro.
Tra i principali interventi, il potenziamento della centrale di Boara Polesine, a Rovigo, vero nodo dell’emergenza idrica della fine dello scorso anno, in modo da renderla idonea anche a sostenere emergenze di carattere eccezionale. Già approvato dall’ATO Polesine e completato nella progettazione preliminare, il progetto dal costo di 5,5 milioni di euro comprende la realizzazione di nuovi comparti di processo (chiariflocculazione e filtrazione a sabbia), per garantire la potenzialità necessaria alla dismissione della centrale di Occhiobello e per creare una filiera parallela di processo. Di recente è stato ultimato il rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e il ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800.000 euro, mentre è in corso l’appalto per altri 1,5 milioni per l’adeguamento dei decantatori, con l’obiettivo di aumentare la ridondanza di trattamento dell’impianto.
Altro fronte sul quale sono concentrati gli interventi riguarda le fonti di approvvigionamento. In questo caso due gli obiettivi di Acquevenete: rifornire per quanto più possibile il Polesine con acqua pedemontana, proveniente dalle fonti di Carmignano di Brenta (Padova), come previsto dal MOSAV (Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto) e potenziare le centrali sull’Adige, fiume che resta strategico per i prossimi decenni e che dovrà gradualmente rimpiazzare la fornitura di acqua dal Po, molto esposto al rischio di inquinanti emergenti.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, è stato messo a punto il progetto esecutivo, e stanziati 380.000 euro, per il potenziamento della centrale di Cavarzere (Venezia), necessari a ricevere acqua pedemontana attraverso il MOSAV. Per il secondo, invece, già finanziati e aggiudicati lavori per 680.000 euro per adeguare le opere di presa delle centrali di Badia e di Cavarzere.
Tre ulteriori interventi riguarderanno le tre centrali sul lato padovano del fiume Adige: in totale 3,2 milioni di euro saranno investiti per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara Veneta.