Rapidità, disagi alle attività e alla circolazione dei veicoli ridotti al minimo e costi contenuti sono i principali vantaggi garantiti dalle tecniche no-dig. Vantaggi confermati anche dall’ultimo intervento eseguito da Acquevenete per il risanamento di un tratto della rete fognaria di Rovigo.
L’intervento ha interessato la porzione di infrastruttura situata in via Munerati, nella zona Nord della città, ed è stato concluso dalla società, che gestisce il servizio idrico in 108 comuni delle province di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona, Venezia, in circa 30 giorni, rispetto ai circa 60 inizialmente preventivati, con una spesa di 680.000 euro.
Più nello specifico, la condotta risanata si estende per lunghezza di circa 1,4 km ed era stata posata negli anni Ottanta e attualmente presentava uno stato di degrado, in progressivo incremento, causa di continui disagi alla sovrastruttura stradale. L’azienda ha risolto il problema ripristinandone la piena funzionalità con la tecnica del relining, che rientra tra le tecniche di riabilitazione di condotte con sistemi “senza scavo”. Andando più nel dettaglio, per il risanamento delle tubazioni sono state impiegate guaine in fibra di vetro impregnate con resine termoindurenti, fatte aderire internamente alla condotta e poi polimerizzate grazie a raggi ultravioletti. L’utilizzo di robot dotati di telecamere e sistemi di irraggiamento UV, inseriti nella condotta, ha consentito sia il controllo che la successiva polimerizzazione della guaina.
La tecnologia adottata ha permesso di ottenere diversi vantaggi. Il risanamento definitivo della tubazione, con l’introduzione di un elemento tubolare di materiale plastico di ridotto spessore (circa 6 mm) che ha anche funzioni strutturali, ha come effetto anche di migliorare le condizioni di scorrimento. Inoltre, il materiale sintetico di rivestimento interno assicura una lunga durata della linea fognaria, anche se interessata da deflussi aggressivi derivanti dagli scarichi civili. Altro elemento positivo è l’assenza di elementi di giunzione, che nel tempo rischierebbero di causare cedimenti con dispersione delle acque reflue nel sottosuolo e quindi in falda, e pertanto fenomeni di sifonamento dei terreni circostanti con cedimenti del piano stradale: situazioni che ora dovrebbero essere definitivamente scongiurate.