Acquedotto pugliese a caccia di perdite con il drone


Un drone per ispezionare le condotte e individuare la presenza di eventuali perdite. Lo ha utilizzato Acquedotto pugliese (Aqp) per ispezionare un tratto del Canale Principale, l’arteria realizzata oltre 100 anni fa che porta in Puglia l’acqua delle sorgenti del Sele, in Irpinia. L’attività straordinaria, unica esperienza in Italia, ha permesso la verifica di un tratto dissestato della rete, senza necessità di interrompere il flusso e quindi senza disagi per la popolazione. L’operazione è durata due giorni, con decine di lavoratori e personale tecnico specializzato che, attraverso gli occhi elettronici di un Rov (Remoted operated vehicle), un sommergibile a comando remoto dotato di videocamera rotante a colori ad alta risoluzione e sistema sonar, hanno acquisito preziosi dati che permetteranno la pianificazione degli interventi di risanamento. Diversi i vantaggi garantiti dalla tecnologia, a partire da una maggiore sicurezza per i lavoratori, che non devono più introdursi nel Canale, e dai minori costi. La sperimentazione fa seguito alle diverse iniziative messe in campo da Aqp negli ultimi anni, con investimenti superiori ai 300 milioni di euro, per la riduzione e il controllo delle perdite, progetti che hanno visto l’introduzione di sofisticati software gestionali e grande impiego di personale specializzato. Attività che hanno permesso la sostituzione di 314 km di rete, la introduzione dei distretti idraulici e di valvole automatiche di controllo della pressione, la sostituzione di 2/3 del parco contatori d’utenza. Azioni che hanno dato i loro frutti: dal 2009 al 2016 il volume di acqua annualmente prodotto da Acquedotto pugliese è stato ridotto del 10%, con un risparmio di circa 58 milioni di metri cubi, al tempo stesso con un progressivo miglioramento della qualità del servizio fornito all’utenza. Attualmente, secondo l’ultimo dato rilevato dall’Istat, il tasso di perdita lineare delle reti pugliesi, pari a 34,7% metri cubi /km/gg, è sostanzialmente inferiore al valore medio nei capoluoghi di provincia italiani, pari a 50% metri cubi/km/gg.

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