Acquedotto molisano centrale, l’infrastruttura che il Basso Molise attende da anni per il trasporto di acqua di sorgente prelevata e incanalata direttamente dal Matese nelle case di Termoli e dei centri limitrofi, è quasi concluso. Manca solo un ulteriore passaggio in zona Montenero di Bisaccia per una richiesta di variante necessaria a superare alcuni ostacoli del territorio e finalizzata al risparmio energetico. Ed è su quella perizia che si attende il parere del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe).
L’assessore regionale Pierpaolo Nagni, che coordina i Lavori pubblici, fa sapere con una nota di aver sollecitato il Cipe a inizio febbraio in modo da poter completare i lavori e rendere funzionale “un’opera di fondamentale valore strategico”. Se la richiesta avanzata dal Molise sarà accolta, dopo 20 anni “di rallentamenti, intoppi e sospensioni, la nostra Regione potrà beneficiare in tempi ragionevoli di un impianto nuovo, efficiente e che sopperirà a diversi deficit che alcuni territori molisani soffrono in particolari periodi dell’anno riguardo l’approvvigionamento idrico”. Se invece non dovesse essere accolta, si potrebbero vedere andare in fumo decine e decine di milioni di euro già spesi, oltre alla possibilità di modificare sostanzialmente il sistema di approvvigionamento idrico del bacino basso molisano, oggi costretto a rifornirsi di acqua dalla diga del Liscione, acqua che ha bisogno di massicci interventi di disinfettazione per diventare potabile.
L’assessore Nagni riepiloga le tappe principali del progetto, approvato con delibera Cipe n. 110 nel marzo 2006 per un importo di quasi 93 milioni di euro. “Allo stato attuale è quasi completato l’iter realizzativo, con la realizzazione di circa il 95% dei lavori previsti. In fase di esecuzione, peraltro, si è rilevata la necessità di prevedere una Perizia di variante, per il superamento di alcuni problemi sopravvenuti e per alcune richieste della Molise Acque, relativamente al miglioramento delle condizioni operative e gestionali dell’infrastruttura. Per l’esecuzione degli ulteriori interventi la Regione Molise, ha assegnato una somma di 5 milioni e mezzo di euro, subordinandone la formale concessione all’approvazione della Perizia da parte del Cipe. In sintesi l’importo complessivo dei lavori ammonta a quasi 89 milioni di euro”.
La Perizia presentata al Cipe è finalizzata a migliorare il sistema di adduzione e di accumulo del litorale e, nel contempo, spiega ancora Nagni, “a perfezionare l’utilizzo dei sistemi di accumulo esistenti, con l’obiettivo di rendere funzionali le reti di distribuzione sia nei periodi invernali che in quelli estivi. Le misure adottate nella Perizia trovano un momento di sintesi nello studio che la Molise Acque, come gestore dell’infrastruttura, ha avviato per ottimizzare i collegamenti con l’Acquedotto Molisano Sinistro Alto ed eventualmente implementare il volume di accumulo da destinare a compenso e riserva per l’alimentazione di S. Giacomo degli Schiavoni e di Termoli Alto, in modo da adeguare e normalizzare il sistema di accumulo e distribuzione di Termoli. Le soluzioni oggetto della Perizia di Variante, difatti, sono state elaborate con l’obiettivo di conferire maggiore funzionalità all’intera infrastruttura acquedottistica, sia in termini di prelievo della risorsa idrica che sul risparmio energetico conseguibile da parte della Molise Acque”.
La perizia è stata inviata alla Struttura tecnica di missione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel marzo 2014, mentre lo scorso settembre si è svolta la conferenza di servizi, risoltasi con esito positivo. Ora resta il nulla osta del Cipe, già sollecitato ma in forte ritardo. Solo dopo l’approvazione della variante si potrà procedere a completare l’opera.
Didascalia foto 3: Assessore Pierpaolo Nagni;