Acquedotto Lucano avvierà a luglio due programmi di investimento su reti e impianti per un importo complessivo di 391 milioni di euro. Le risorse provengono dal Programma operativo FESR 2014-2020 e dai fondi compresi del Patto per la Basilicata, sottoscritto all’inizio di maggio a Matera.
La dotazione del FESR è di 50 milioni di euro per le reti e gli impianti idrici, mentre il Patto per la Basilicata presenta una dotazione di 341 milioni di euro da destinare all’ottimizzazione del sistema di depurazione e a quello dell’adduzione. Tre le categorie di interventi strategici che rientrano in quest’ultimo programma vi sono il potenziamento del sistema di collettamento e trattamento dei reflui urbani (138,5 milioni di euro), l’ottimizzazione del sistema di adduzione (171,5 milioni di euro), l’adduzione primaria della risorsa idrica, ovvero le dighe e i grandi adduttori (31 milioni di euro).
“Si tratta di interventi che richiederanno una gradualità di esecuzione – ha commentato l’Amministratore unico della società, Michele Vita, presentando i programmi -. In particolare, per quanto riguarda la depurazione, saranno risolti i problemi storici di funzionalità dei depuratori e delle reti fognarie che hanno determinato le procedure di infrazione ma, soprattutto, l’efficientamento e l’adeguamento delle apparecchiature garantirà vantaggi sul fronte ambientale e dei costi energetici”.
Gli interventi sugli schemi idrici, invece, porteranno all’ulteriore interconnessione degli schemi con la città di Matera servita anche dallo schema del Frida e al collegamento tra lo schema del Marmo e quello del Vulture.