“REWASTER – Trattamenti circolari innovativi degli scarti del processo conciario” è un progetto di ricerca e sviluppo, cofinanziato per 765.000 euro dalla Regione Veneto attraverso i fondi PR Veneto FESR 2021–2027, su una spesa complessiva di quasi 1,5 milioni di euro. Costituito da quattro linee di azione, nasce con l’obiettivo di consentire la riduzione dell’inquinamento causato dal settore conciario, ricorrendo a diverse tecnologie produttive e depurative oltreché promuovendo il recupero degli scarti solidi conciari finiti, attraverso lo studio di una metodologia innovativa per la produzione di nuovi materiali in fibre di pelle.
Sinergie tra ricerca e industria per la sostenibilità
Del progetto fanno parte due istituti di ricerca: l’Università Ca’ Foscari Venezia, con i dipartimenti DAIS (Scienze Ambientali, Informatica e Statistica) e DSMN (Scienze Molecolari e Nanosistemi) e il CNR di Padova, oltre a sette aziende conciarie (Corradi, Euroconciaria, Laba, Leonica, Ma.Bo.Pell, Olivieri Danilo, 3C) che parteciperanno alla sperimentazione dei nuovi processi e alla fornitura di scarti conciari per la fase di test. Attraverso la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, imprese, istituti di ricerca e impianti di depurazione, “REWASTER” affronta alcune sfide attuali per il distretto conciario: la riduzione dei solfati e la loro depurazione, la riduzione del cromo, il recupero delle acque di rifinizione, la valorizzazione degli scarti solidi.
La depurazione: fondamentale per la filiera della concia
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito a partecipare al progetto come partner tecnico – ha commentato Andrea Chiorboli, direttore generale di Acque del Chiampo –. Mettiamo a disposizione di REWASTER le competenze maturate dai nostri tecnici e dal nostro laboratorio, che nel 2024 ha prodotto analisi su 380.000 parametri nei vari settori. Attraverso questo progetto consolidiamo la collaborazione con il Distretto Veneto della Pelle e con gli altri partner nell’ottica dello sviluppo sostenibile che vede la depurazione come componente fondamentale della filiera della concia, in particolare con il depuratore di Arzignano che tratta ogni giorno 30.000 metri cubi di reflui industriali provenienti da 130 aziende direttamente collegate per una capacità depurativa pari a 1,6 milioni di abitanti equivalenti”.
Una nuova piattaforma di ricerca e sviluppo distrettuale
“L’opportunità data dal bando di ricerca è davvero un’occasione importante per lavorare assieme a tutta la filiera per l’individuazione di nuove tecnologie che possano rendere il nostro settore più sostenibile – ha affermato Matteo Macilotti, direttore del Distretto Veneto della Pelle –. L’aver messo insieme la Stazione Sperimentale (SSIP), Acque del Chiampo, le aziende conciarie, il mondo delle aziende chimiche, l’università di Venezia e il CNR, per sviluppare insieme nuove conoscenze e tecnologie è un segnale davvero importante che questo territorio che vuole essere sempre più performante. Ringrazio la Regione Veneto per questa opportunità, sapremo sfruttarla nel modo migliore. È per noi solo l’inizio dell’attività di una nuova piattaforma di ricerca e sviluppo distrettuale, che spero possa ampliarsi a tanti altri progetti di ricerca”.
Un processo di circolarità della filiera della pelle
“Il progetto prevede una serie di azioni che valorizzano il lavoro che da anni svolgiamo su tutto il territorio nazionale, in un’ottica di ricerca e sviluppo votate al rispetto dell’ambiente e all’economia sostenibile – ha concluso Edoardo Imperiale, direttore generale di SSIP –. In REWASTER, in stretta sinergia con gli altri enti e partner del progetto con il Distretto Veneto capofila, ci occuperemo dello studio e la mappatura delle sostanze critiche e di interventi sul processo conciario per il loro contenimento; la sperimentazione di nuove tecniche di depurazione avanzata per il miglioramento della qualità del refluo; il recupero delle acque di rifinizione e la valorizzazione degli esuberi di pelle finita attraverso trasformazioni in TNT (Tessuto Non Tessuto) da reimpiegare nell’industria manifatturiera, in un processo di circolarità virtuosa della filiera della pelle, ad oggi imprescindibile per l’intero settore”.
Il contributo del mondo accademico
Il team del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari, coordinato dalla professoressa Valentina Beghetto, fornirà supporto ai partner per l’identificazione di tecnologie chimiche mirate a ridurre la presenza di inquinanti nei reflui prodotti da specifiche fasi lavorative (concia, riconcia, tintura e ingrasso).
“Ci occuperemo delle prove di trattamento biologico a fanghi attivi associato ad un sistema di filtrazione a membrana (Ultrafiltrazione) sui reflui conciari selezionati, mediante impianto dedicato in scala laboratorio, per i successivi trattamenti di ossidazione avanzata (AOP) – spiega Francesco Valentino, professore di Impianti chimici e responsabile scientifico per l’unità del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica –. Il tutto sarà corredato da analisi di caratterizzazione chimico-fisica e test respirometrici sulle matrici acquose pre o post trattamento“.