Oltre 26 milioni di euro di investimenti a beneficio dei comuni soci dal 2013 a oggi. Sono numeri rilevanti quelli relativi all’attività anti PFAS di Acqua del Chiampo. Attività finalizzata a garantire ai cittadini acqua di qualità e non contaminata. Numeri che il gestore idrico dell’ATO Valle del Chiampo ha esposto nel corso di un convegno a Lonigo, in provincia di Vicenza.
La società ogni anno tratta 3,5 milioni di metri cubi di acqua con i filtri a carbone attivo per bloccare le molecole di PFAS. Il laboratorio aziendale effettua analisi su circa 50.000 parametri all’anno per garantire la qualità dell’acqua. Analisi che si aggiungono a quelle condotte da altre autorità competenti. Un’attività che sta dando i suoi frutti, come confermato dai risultati sulla presenza negli anni di PFAS nell’acquedotto, sempre al di sotto dei limiti fissati dalla legge.
26 milioni di euro in 9 anni
Ma non è solo nel controllo e monitoraggio che l’azienda ha concentrato il suo impegno. Negli ultimi 9 anni, Acque del Chiampo ha dedicato 24 milioni di euro di investimenti all’emergenza PFAS. Di questi sono state già realizzate opere per 6,4 milioni. Oltre 1,5 milioni è stato poi destinato alle spese per la gestione, che comprendono varie voci, dall’acquisto dei filtri a carbone attivo alle analisi e ai controlli.
Le principali attività realizzate
Fra le attività anti PFAS più importanti ci sono i numerosi interventi sulla rete per consentire di attingere acqua sicura da fonti esterne all’area contaminata in collaborazione con gli altri gestori e la Regione Veneto. La realizzazione del nuovo centro idrico di Canove di Arzignano, del valore di 7,5 milioni di euro, che entrerà in funzione nel 2024 e in grado di gestire oltre 2,7 miliardi di litri d’acqua all’anno. L’installazione di 25 Casette dell’Acqua nei territori dei 10 Comuni soci che distribuiscono acqua costantemente controllata. Il sistema a osmosi inversa in discarica, per ridurre del 97% la quantità di PFAS presenti nel percolato, in grado di trattare circa 30.000 metri cubi di fanghi all’anno. La mappatura dei pozzi privati a uso industriale che prelevano l’acqua dalla falda, per gestire un piano di analisi e controlli periodici ed escludere la presenza di PFAS.
Le opere a Lonigo
Per quanto riguarda il solo comune di Lonigo, la società ha provveduto a diversi interventi di estensione della rete per collegare all’acquedotto le famiglie servite da pozzi privati in area contaminata. Un primo intervento, realizzato tra il 2016 e il 2017, ha visto la posa di 11 chilometri di nuove condotte a benefico di circa 100 famiglie, con un investimento di un milione di euro. Un altro investimento di circa 300.000 permetterà di collegare altre 26 famiglie tra quest’anno e il prossimo. Un altro cantiere è in programma per la posa di altri 24 chilometri di rete per collegare 140 famiglie. Quest’opera, ora in fase di definizione in collaborazione con l’amministrazione comunale, sarà realizzata con un investimento di 1,2 milioni.