Riuscire a minimizzare gli impatti ambientali che derivano dal convogliamento delle acque reflue e dai sistemi di drenaggio delle acque meteoriche è diventato un aspetto sempre più rilevante, sia in ambito regolatorio che legislativo. In particolare l’Autorità nazionale (ARERA) con la delibera 917/17 – più nota come Regolazione della Qualità Tecnica del Servizio Idrico Integrato – con l’adozione del macro-indicatore M4 “Adeguatezza del sistema fognario” ha iniziato a indirizzare i gestori verso comportamenti virtuosi in questo ambito.
In Lombardia, inoltre, l’entrata in vigore nel 2019 del Regolamento Regionale numero 6, relativo alla disciplina e ai regimi autorizzativi degli scarichi, ha previsto che gli Uffici d’ambito redigano il Programma di Riassetto delle Fognature e degli Sfioratori. Secondo le previsioni del legislatore questo documento costituisce lo strumento di programmazione degli interventi da effettuare sulle infrastrutture fognarie e assume valenza di specificazione tecnica del Piano d’Ambito.
Il Programma di Riassetto si basa sulla ricognizione dello stato di fatto delle reti fognarie tramite rilievi dedicati e sugli esiti delle relative modellazioni idrauliche.
Il Programma deve anche contenere l’elenco degli interventi principali da attuare per risolvere problematiche idrauliche/ambientali, indicando per ciascuno un grado di priorità. Quest’ultimo aspetto è basato su criteri che tengono conto principalmente della pericolosità della problematica da risolvere, dalla valutazione relativa agli effetti ambientali, dei costi e dei tempi dell’intervento.
La modellazione idraulica rappresenta il cuore di questo strumento di pianificazione in quanto svolge la duplice funzione di riprodurre lo stato attuale, evidenziando le criticità idrauliche del sistema, e consente di testare i benefici che si possono ottenere attraverso gli interventi ipotizzati.
Sonia Bozza, responsabile del team di esperti di Acque Bresciane: “Già a partire dal 2016 come gestore unico del servizio idrico in provincia di Brescia, la società ha introdotto l’utilizzo della modellazione idraulica delle reti nell’ambito della collaborazione con il gruppo di ricerca di Idraulica dell’Università degli Studi di Brescia del professor Marco Pilotti. È interessante evidenziare come, anticipando le indicazioni normative, lo strumento della modellazione idraulica è stato utilizzato per la prima volta proprio per analizzare l’interazione tra l’infrastruttura fognaria e l’ambiente del lago d’Iseo”.
Gli obiettivi principali del lavoro di modellazione idraulica del collettore fognario circumlacuale sono stati identificare e quantificare gli effetti sinergici sulla qualità dell’acqua delle pressioni locali, tra cui quelle derivanti dalle reti ubicate lungo due sponde, bresciana e bergamasca. Lo studio inoltre ha individuato le criticità presenti e proposto possibili soluzioni per ottimizzare l’esercizio e ridurre l’impatto ambientale, approfondendo il tema delle infiltrazioni di acque parassite e definendo le priorità d’intervento nell’attività di riduzione delle stesse.
La collaborazione tra Acque Bresciane e l’Università degli Studi di Brescia ha portato alla realizzazione di un modello matematico della rete del collettore unitario circumlacuale che, sulla sponda bresciana, colletta i reflui da Zone fino al depuratore di Paratico e di due reti fognarie comunali afferenti al collettore principale (Corte Franca e Provaglio d’Iseo).
Il modello idraulico e idrologico, calibrato e validato grazie a misure di portata in campo, abbinato alla campagna di campionamento qualitativo ha permesso di evidenziare le criticità del sistema, di calcolare i volumi medi complessivi sversati a lago, di effettuare bilanci di massa e di valutare l’efficienza della rete in termini di volume e di massa, oltre a consentire una migliore gestione del collettore.
La modellazione qualitativa, effettuata comeintegrazione alla modellazione idraulica, ha assunto un ruolo fondamentale anche nell’ambito dello studio Progetto Wetland Torbiere del Sebino, che si è proposto l’obiettivo di mitigare gli effetti derivanti dalla presenza dello sfioratore di Provaglio d’Iseo, il cui punto di scarico risulta all’interno della Riserva Naturale delle Torbiere.
“Tali attività sono state il primo passo per iniziare un percorso più ampio che prevede di effettuare la modellazione di tutte le reti fognarie del territorio gestito, al fine di conoscere le criticità e il funzionamento delle stesse e di ottimizzarne il funzionamento” prosegue Bozza. “Chiaramente l’attività di modellazione non può essere effettuata senza aver predisposto un rilievo geometrico e topografico delle reti e dei manufatti, congiuntamente a campagne di misura delle piogge e delle portate”.
Dal 2018 numerose sono state le attività avviate, e in particolare si è deciso di partire da quei comuni in cui gli eventi di allagamento in caso di piogge sono più frequenti.
Fra questi il rilievo delle reti fognarie di Capriolo, con l’installazione di misuratori di portata in punti significativi della rete, la costruzione e calibrazione del modello idraulico e idrologico, che ha permesso di confermare le situazioni di allagamento che si manifestano nella realtà e di proporre uno scenario di progetto per l’eliminazione degli allagamenti. Lo studio ha riguardato 33 km di rete e 875 pozzetti, ed è stato realizzato alla fine del 2018.
A Palazzolo sull’Oglio, sempre nel 2018, il rilievo delle reti fognarie di Palazzolo ha interessato 75 km di rete e 1.808 pozzetti. I dati sono stati acquisiti utilizzando tablet direttamente sul campo, operazione che ha notevolmente velocizzato l’informatizzazione dei dati; attualmente il modello è in fase di calibrazione grazie all’installazione di misuratori di portata in punti significativi della rete.
Fra il 2019 e il 2021 Acque Bresciane ha eseguito il rilievo delle reti fognarie di Roccafranca, in tutto 30 km di rete e 850 pozzetti. Lo studio ha evidenziato la presenza di scarichi anomali industriali, infiltrazioni di acque parassite, anomalie strutturali, tratti in contropendenza; il modello idraulico della rete è stato calibrato grazie alle misure di portata effettuate in due punti strategici e di chiusura dei bacini; anche in questo caso il modello ha dimostrato di riprodurre correttamente gli allagamenti che si verificano nella realtà e ha permesso di testare gli scenari di progetto proposti.
Parallelamente a queste attività, per il comune di Roccafranca è stato costruito un modello bidimensionale che, sommato al modello monodimensionale della propagazione della piena nelle condotte, ha permesso di riprodurre l’estensione dell’area degli allagamenti intorno ai pozzetti dai quali si hanno fuoriuscite al piano campagna durante gli eventi pluviometrici intensi. Un’attività resa possibile anche grazie al rilievo Lidar effettuato dei territori della bassa Franciacorta e di alcuni comuni della sponda orografica sinistra del fiume Oglio (Roccafranca, Comezzano-Cizzago, Trenzano, Maclodio, Berlingo, Capriolo, Adro, Corte Franca, Provaglio d’Iseo, Palazzolo, Cologne, Erbusco e Passirano), rilievo che ha prodotto un modello digitale di elevazione del terreno con passo di 1 x 1 m.
Il rilievo Lidar viene eseguito con tecnologia laser-scanning dal cielo, in questo caso da un elicottero, e consente grazie a un impulso laser, di ricostruire la morfologia e ricavare le quote dei territori sorvolati, in alta risoluzione e con un’elevata capacità di acquisizione.
Inoltre, è stata avviata una sperimentazione per testare la possibilità di utilizzo delle quote del rilievo Lidar come quote del piano campagna dei pozzetti di fognatura. Questa operazione permetterebbe di utilizzare i dati forniti dal rilievo invece di predisporre una campagna topografica dedicata all’acquisizione delle quote del piano campagna. Questo approccio è in fase di applicazione per la rete fognaria del comune di Passirano, di cui è stato eseguito il rilievo geometrico a inizio 2021 (2.157 i pozzetti considerati, lungo 64 km di rete).
A completare il panorama delle attività dei modelli idraulici si riporta l’elenco dei comuni per i quali è stato possibile redigere il lavoro a partire dai rilievi geometrici e topografici precedentemente effettuati: Sale Marasino (6,5 km di rete), Erbusco (63 km di rete) e Castrezzato (25 km di rete).
“Le competenze acquisite in questi anni e i progetti pilota condotti – conclude l’ingegner Bozza – sono gli elementi base del modello di rilievo, monitoraggio e modellazioni che abbiamo l’ambizione di estendere nel medio periodo a tutto il territorio gestito”.
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pubblicato sul numero di Servizi a Rete di maggio-giugno