Interrotti a causa dei ritrovamenti archeologici nell’area campana e, in seguito, dallo scoppio dell’emergenza sanitaria, ripartono i lavori per la realizzazione dell’interconnessione della rete idrica del Sud pontino con l’Acquedotto della Campania Occidentale.
Lavori portati avanti da Acqualatina, gestore del servizio idrico del Lazio Meridionale, e Acqua Campania, gestore dell’Acquedotto della Campania Occidentale, con l’obiettivo di garantire un maggior approvvigionamento di acqua alle comunità del Sud pontino. Un’opera del valore di 7 milioni di euro, cofinanziata da Regione Campania, che prevede la posa di 11 chilometri di condotte, dei quali 3,5 nel Lazio e 7,5 in Campania. Assicurerà una portata aggiuntiva di 160 litri al secondo, quindi oltre 13.800 metri cubi di acqua al giorno e oltre 5 milioni di metri cubi di acqua annui: il 20% in più di quanto sinora erogato. Un’opera, insomma, di importanza strategica per mettere in sicurezza l’intera rete del Sud pontino e aumentare la flessibilità e la resilienza di tutto il sistema idrico dell’area.
Lavori conclusi per quanto riguarda la parte laziale e al 95% per la parte campana, dove hanno proceduto più lentamente a causa del ritrovamento di numerosi reperti archeologici che hanno richiesto l’intervento della Sovrintendenza ai Beni Culturali per la loro analisi e rimozione, e poi per via del blocco delle attività a seguito dell’emergenza da Covid-19.
Al completamento dell’opera manca ancora la realizzazione dell’attraversamento del fiume Gari, che collega la rete idrica di Minturno, in provincia di Latina, con quella di Cellole, in provincia di Caserta, proprio al confine delle due regioni. Una delle parti più critiche, che comunque dovrebbe essere terminata entro la metà del prossimo mese di giugno.