Sembrava cosa fatta l’aggregazione tra Alto Calore Servizi (ACS), Ge.Se.Sa e Acquedotto Pugliese (AQP) per la gestione del servizio idrico nel distretto Irpinia-Salento, in Campania. L’accordo è invece saltato.
Adesso sarà l’Ente Idrico Campano (EIC), che si costituirà a partire da dicembre, ad occuparsi della gestione del ciclo delle acque nel distretto, a meno che non vada in porto un’altra opzione, quella che prevede l’aggregazione solo tra due dei tre enti in gioco, ovvero ACS e Acquedotto Pugliese.
A far saltare l’operazione, di sé comunque molto complessa, sarebbe stata Ge.Se.Sa, azienda al 60% controllata da Acea, per due problemi in particolare, rimasti sempre irrisolti: il primo riguarda il soggetto che avrebbe avuto la leadership del nuovo ente aggregato, il secondo il ripianamento dei debiti dell’Alto Calore verso i Comuni.
A questi si aggiungono ulteriori considerazioni che hanno aumentato le perplessità da parte di Ge.Se.Sa, come il valore di ACS stimato in 136 milioni di euro, in realtà basato sul valore di un patrimonio fatto per la maggior parte di reti e impianti non vendibili, e il quadro finanziario dell’azienda, non proprio rassicurante.
Ora che l’accordo è saltato, restano due possibilità: una gestione totalmente pubblica da parte di ACS, che però in questo momento non può sostenere a causa degli enormi debiti, oppure la gara europea per l’affidamento della gestione idrica di Irpinia e Sannio. Il tutto però dovrà essere deciso prima dell’insediamento dell’EIC, altrimenti la parola passerà alla Regione e sarà lei a decidere.