Non si sono fatti attendere i risultati del progetto eAqua, implementato da AcegasApsAmga per rendere più intelligente e risparmiosa la rete idrica triestina. Nel 2015, è stata evitata la dispersione in rete di ben 6 miliardi di litri d’acqua potabile, a fronte dei 3 miliardi stimati a inizio 2015 come target annuale.
Trieste, dunque, pur con perdite di rete ancora alte (circa il 42%), ha potuto abbattere tale percentuale di ben 3 punti percentuali lo scorso anno, avviando un percorso virtuoso con l’obiettivo di abbattere la soglia del 40% di perdite di rete entro la fine di quest’anno.
eAqua si prefigge di monitorare e controllare l’intero ciclo idrico integrato, dalla captazione dell’acqua alla sua restituzione all’ambiente a valle della depurazione. Nel 2015 è entrata a regime la prima parte del progetto, inerente i circa 1.100 km di rete d’acquedotto, con l’obiettivo di garantire il fabbisogno immettendo meno acqua nelle condotte. Obiettivo perseguito attraverso due elementi: la riduzione delle perdite di rete e la gestione efficiente della pressione d’esercizio nelle condotte.
Il lavoro sviluppato fra 2014 e 2015 dall’ingegneria idrica AcegasApsAmga, in collaborazione con i comuni dell’area triestina, ha suddiviso virtualmente e fisicamente la rete idrica di Trieste, San Dorligo Della Valle, Duino-Aurisina e Muggia in 78 distretti e sottodistretti. Sono così stati installati misuratori di pressione e portata idrica in entrata e in uscita da ogni distretto. Una sorta di porta d’accesso fisica e virtuale in grado di comunicare in tempo reale il consumo di acqua di un’area molto localizzata. I dati affluiscono su un software che li rappresenta su cartografia e, soprattutto, li elabora confrontandoli con il consumo medio notturno di ciascun distretto, che rappresenta il minimo consumo di ogni area. Se, rispetto a tale indicatore, vengono rilevati consumi superiori, significa che probabilmente nella zona c’è una perdita. A quel punto è possibile inviare sul posto tecnici specializzati che con i “geofoni” individuano velocemente la perdita.
Nel 2014 nella rete di Trieste sono stati dispersi in rete ogni giorno 60 mc d’acqua per ogni km di condotte. Nel 2015 si è scesi a 45 mc, con un risparmio di 15 mc.
Avendo nelle tubazioni meno acqua, grazie alla riduzione delle perdite di rete e all’ottimizzazione dei flussi idrici, la pressione complessiva nella rete idrica della città si è abbassata sensibilmente. In questo modo, oltre a stressare meno le condotte, riducendo il rischio di rotture, si consegue anche un notevole risparmio energetico. In una città caratterizzata da elevati dislivelli, le pompe elettriche che alzano l’acqua verso monte assorbono molta elettricità (oltre 32.000 MW/h nel 2015), ma con meno acqua nelle tubazioni, il lavoro delle pompe diminuisce molto. La stima annua di risparmio è di circa 2.000 MWh annui, con conseguenti minori costi di gestione del servizio e un beneficio ambientale quantificabile in circa 800 tonnellate di CO2 in meno immesse in atmosfera.
La maggiore efficienza energetica del ciclo idrico triestino è stata, per AcegasApsAmga, uno degli elementi decisivi per l’ottenimento, a fine 2015, della certificazione energetica ISO 50001.
Messa a regime la prima parte del progetto, il team di eAqua sta estendendo la distrettualizzazione e la modellazione anche alla rete fognaria e agli impianti di depurazione. L’obiettivo in questo caso è prevenire gli allagamenti in città e migliorare l’efficienza operativa ed energetica dei depuratori, diminuendo l’acqua pulita (di mare o piovana) che arriva agli impianti. Entro la fine dell’anno sarà a regime la suddivisione in 16 distretti della rete fognaria, mentre entro il 2017 entreranno all’interno di eAqua anche i depuratori di Servola e Zaule.