Tempi rapidi, spesa contenuta e recupero della piena funzionalità statica e idraulica della condotta. È stato un successo su tutti i fronti l’intervento di risanamento di un tratto di rete fognaria condotto da Acda a Limone Piemonte. Intervento che il gestore idrico dell’ATO 4 Cuneese ha condotto per riparare i gravi danni arrecati all’infrastruttura dall’alluvione che all’inizio dell’ottobre 2020 aveva colpito il territorio comunale. Danni importanti per i quali l’azienda per ovviare, in via provvisoria, aveva posato una fossa imhoff a valle dell’abitato di Limone, in modo da garantire comunque il processo depurativo delle utenze della zona.
Le fasi dell’intervento
Per l’esecuzione dei lavori i progettisti di Acda hanno optato per la tecnologia no-dig. Quest’ultima infatti è stata individuata come la più efficace per il ripristino della porzione di rete interessata, dell’estensione di ben 1700 metri.
L’intervento si è svolto in diverse fasi:
- La prima è stata la pulizia della condotta, eseguita mediante spurgo
- Successivamente è stata eseguita una meticolosa videoispezione con una telecamera ad alta risoluzione per individuare le eventuali fessurazioni
- Quelle individuate sono state quindi riparate con l’applicazione di malta sigillante per poi procedere con l’operazione di relining vero e proprio
- All’interno delle tubazioni è stato inserito un tubolare flessibile impregnato di resina. Successivamente è stato gonfiato fino a farlo aderire perfettamente alle pareti delle condotte esistenti, procedendo con lanci di circa 200 metri
- Infine, è stata fatta reticolare la resina. Si è proceduto poi con le opere di collaudo che hanno certificato la corretta esecuzione dell’intervento e il recupero della completa funzionalità della condotta.
I vantaggi della tecnologia
«La scelta progettuale è stata quella di intervenire con tecnologie di ultima generazione per ridurre i tempi di intervento salvaguardando i sottoservizi preesistenti – ha commentato Fabio Monaco, direttore dei lavori e responsabile Area Appalti e lavori di Acda -. Questa scelta progettuale implica nessuna rottura del manto stradale, evita notevoli spostamenti di mezzi per smaltire il terreno di esubero degli scavi, evita le interferenze con altri sottoservizi presenti e permette di lavorare in qualsiasi condizione climatica e di conservare il patrimonio arboreo».
E in effetti diversi sono i benefici che il ricorso alla tecnologia no-dig ha garantito. A partire dai tempi di esecuzioni, in totale circa 50 giorni, a fronte dei circa 6 mesi, quasi il triplo necessari con la tradizionale tecnica dello scavo a cielo aperto per la sostituzione delle tubazioni. Non minore il vantaggio economico. Il costo dell’intervento è stato di circa 730.000 euro. Di questi, 410.000 messi da Acda e la parte restante da regione Piemonte, una spesa che sarebbe stata molto superiore con lo scavo tradizionale.
Più sicurezza
Ma non solo, perché a vantaggio delle tecnologie no-dig vi è anche la garanzia di una maggiore sicurezza. «Da sottolineare che recenti studi hanno evidenziato che utilizzando tale tecnologia rispetto allo scavo a cielo aperto vi è una riduzione degli incidenti di oltre il 30% – ha specificato Monaco -. La scelta progettuale ha quindi risvolti positivi anche dal punto di vista della sicurezza, tematica a cui Acda ha sempre prestato un’attenzione particolare».