L’obiettivo è potenziare e rendere più efficienti gli impianti di potabilizzazione del Nord Sardegna e del resto dell’isola. A cominciare da quello dell’Agnata, alimentato dall’invaso del Liscia e al servizio di Olbia e dei comuni della bassa Gallura. È lo scopo della collaborazione stretta da Abbanoa con Smat Torino, seconda società in Italia per valore di produzione nel campo dei servizi idrici integrati.
Collaborazione suggellata da un accordo che prevede il supporto tecnico e tecnologico sull’attività di potabilizzazione. Avvalendosi della collaborazione di Smat, Abbanoa ha infatti avviato un check up completo degli impianti che toccherà nove potabilizzatori nel Nord dell’isola, per estendere poi l’attività a tutti i potabilizzatori della Sardegna. L’obiettivo dei diversi team di tecnici all’opera, “sarà intraprendere tutte le azioni necessarie per efficientare gli impianti”, spiega una nota di Abbanoa. Gli esperti piemontesi hanno già visitato il potabilizzatore dell’Agnata, accompagnati dall’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, e dal direttore generale, Sandro Murtas.
Complessivamente i potabilizzatori in esercizio sono 45, di cui 11 nel Nord Sardegna. Abbanoa li gestisce in proprio dal 2010. L’impianto dell’Agnata è stato il penultimo a passare sotto la gestione di Abbanoa, nel maggio 2010. “Aumenti generalizzati dei consumi (con l’aumento delle presenze in estate si intensifica l’attività di potabilizzazione, l’antropizzazione del territorio e le condizioni climatiche in continuo mutamento – spiega in una nota Abbanoa – hanno richiesto modifiche tecnico-gestionali negli impianti di potabilizzazione e oggi pongono Abbanoa davanti alla sfida del potenziamento e dell’ammodernamento in vista del salto tecnologico. Impiegare nuove tecnologie di trattamento e adottare tecniche di gestione degli impianti che ottimizzino il funzionamento è quindi la strada maestra”.
L’isola non ha risorse proprie e deve potabilizzare l’85% dell’acqua immessa in rete e proveniente dai bacini artificiali, con costi altissimi, resi ancora più gravosi dal livello di dispersione. “Per fronteggiare questa situazione Abbanoa sta anche portando avanti un’azione di adeguamento degli impianti esistenti”, chiarisce il gestore del servizio idrico. Che spiega, infine, la provenienza delle acque in Sardegna. “Le acque di superficie accumulate negli invasi hanno garantito, nel 2014, una produzione di risorsa idrica pari a circa 252 milioni di metri cubi – scrive Abbanoa – Esiste un minimo prelievo di acque sotterranee che, con esclusione di alcuni sistemi sorgentizi di origine carsica e di alcuni campi pozzi, sono costituiti da oltre un centinaio di piccole sorgenti e pozzi: il prelievo annuo da questo tipo di acque non supera però i 50 milioni di metri cubi e la loro capacità di produzione è legata agli andamenti climatici”.