25/06/2015
Servizi a Rete

Abbanoa può staccare l’acqua a chi non paga


L’ordinanza “Salva morosi” è stata, annullata dai giudici del Tribunale amministrativo regionale perché è “espressione di uno sviamento nell’esercizio dei pubblici poteri”, si legge nel dispositivo della sentenza, “in quanto il Comune, estraneo al rapporto contrattuale gestore/utente, impedisce all’ente gestore di azionare i rimedi di legge tesi a interrompere la somministrazione di acqua nei confronti di utenti non in regola col pagamento dei corrispettivi. Il potere amministrativo utilizzato con l’emanazione dell’ordinanza”, proseguono i giudici, “è oggettivamente privo dei presupposti di contingibilità (ossia di accidentalità, eccezionalità ed imprevedibilità) e di urgenza e risulta essere del tutto improprio e inadeguato”.

Come sostenuto da Abbanoa lo slaccio di un’utenza plurimorosa, per la quale sono rimaste inevase negli anni diverse bollette e caduti nel vuoto i solleciti di pagamento, non può essere minimamente assimilabile a una situazione improvvisa che può essere affrontata con un’ordinanza d’urgenza. “In sostanza”, ribadiscono i giudici del Tar, “all’Autorità comunale non può essere riconosciuto un ruolo nello svolgersi del rapporto d’utenza tra il destinatario della fornitura idrica ed il soggetto gestore e in ordine al suo sviluppo contrattuale”. Con queste motivazioni, il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso promosso da Abbanoa e annullato l’ordinanza “salva morosi” del sindaco di Orgosolo. Il Comune è stato condannato anche al pagamento di 2000 euro di spese legali più gli oneri accessori.

Slacci legittimi. La sospensione dell’erogazione dell’acqua non è l’effetto immediato al mancato pagamento di una bolletta, ma la conseguenza del protrarsi nel tempo di un atteggiamento elusivo delle regole e del servizio che, al contrario, vengono rispettati da 8 sardi su 10.

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