Procedono i lavori di Abbanoa per la riqualificazione della rete idrica di Bosa, in provincia di Oristano. Quello che il gestore sta portando avanti è il primo di tre interventi, del valore di tre milioni di euro finanziati tramite il Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione “Fsc”. Opere che rientrano nel pacchetto destinato a diversi centri dell’Isola per l’efficientamento delle reti idriche. Per la cittadina è previsto anche un quarto intervento, finanziato con fondi Pnrr.
3,5 km di condotte da sostituire
Il cantiere in corso riguarda la sostituzione integrale di circa 3,5 chilometri di vecchie condotte con nuove tubature e pezzi speciali in ghisa sferoidale, materiale che garantisce una migliore tenuta. Il progetto è parte del programma di ingegnerizzazione della rete idrica cittadina sviluppato dal gestore, che ha preso il via con uno studio approfondito dell’assetto idraulico. Sono stati poi individuati gli interventi necessari per ottimizzare il sistema e ora vengono eseguiti. Inoltre, l’intero schema è stato diviso in distretti idraulici per una migliore gestione dell’infrastruttura e la riduzione delle perdite.
Frenare le perdite
Queste hanno la loro principale causa nell’impiego, in passato, di materiali non adeguatamente resistenti alle sollecitazioni alle quali le condotte vengono quotidianamente sottoposte. Per risolvere il problema Abbanoa, nel corso degli anni, ha avviato una campagna di sostituzione delle tubazioni soggette a frequenti rotture, che ha visto la dismissione di numerosi tratti di condotta in materiale plastico o in fibrocemento in favore di tubazioni in ghisa sferoidale.
La rete di Bosa
Un problema che si riscontra anche a Bosa, la cui rete si sviluppa complessivamente per circa 31 chilometri ed è attualmente alimentata da quattro serbatoi di testata. Due sono dislocati lungo il versante sovrastante la sponda destra del Fiume Temo, dove è presente la maggior parte delle utenze nel centro storico, nel rione Caria e nelle aree di espansione situate a nord-ovest. Gli altri due sorgono lungo la sponda sinistra, nel rione Santa Caterina e Bosa Marina.
Gli interventi sull’acquedotto Temo
Anche l’acquedotto Temo, che alimenta la rete di distribuzione ed è a sua volta alimentato dal potabilizzatore di Monteleone Roccadoria, è stato oggetto di diversi interventi. I cantieri sono stati realizzati con la tecnica del relining, che ha consentito di operare senza scavo, nel pieno rispetto del territorio. Un territorio soggetto a numerosi vincoli ambientali: è infatti un’area Sic (Sito d’interessa comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale). Il tratto interessato dai lavori era quello più problematico: 6 chilometri dal partitore di Barrasumene alla diga di Monte Crispu. Soltanto negli ultimi anni erano stati necessari più di trenta interventi di riparazione sul vecchio acquedotto con notevoli difficoltà legate soprattutto al terreno impervio che rende difficile l’intervento dei mezzi pesanti. Anche per questo motivo i progettisti avevano optato per la tecnica no dig, che evita di effettuare scavi e sbancamenti.