26/06/2018
Servizi a Rete

Abbanoa: al via i lavori per il nuovo acquedotto dell’Anglona

Il progetto del nuovo acquedotto dell’Anglona, regione a nord della Sardegna, compie un importante passo in avanti. Abbanoa ha infatti pubblicato l’avviso di asservimento per pubblica utilità dei terreni dove saranno posate le nuove condotte adduttrici al servizio di Sedini, Bulzi, Laerru e Perfugas (tutti in provincia di Sassari): un passaggio fondamentale per l’avvio dei cantieri.
L’opera, per la quale il gestore idrico sardo ha stanziato un investimento di 4 milioni di euro, prevede la realizzazione di un impianto di sollevamento collegato al potabilizzatore di Pedra Majore, da dove partirà il nuovo acquedotto che si svilupperà per una lunghezza di circa 15 chilometri. La nuova adduttrice sarà costituita da tubazioni in ghisa sferoidale e consentirà di approvvigionare i comuni di Sedini e Bulzi, e loro rispettive frazioni, e il serbatoio, già esistente, di Monte Ultana. Da quest’ultimo partirà un ulteriore snodo che andrà ad alimentare i comuni di Perfugas e Laerru: questa porzione dell’opera fa però parte di un altro appalto, già incorso, che prevede un ulteriore investimento di Abbanoa da 2 milioni di euro.
Per il primo tratto del nuovo acquedotto, il gestore ha già ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per l’avvio dei cantieri, tra le quali, dopo alcune modifiche al tracciato, anche l’ok della Soprintendenza. La rete attraversa infatti una zona di rilevante interesse archeologico, quali il villaggio di Monte Fulcaddu, la strada romana di Monti Longu, il nuraghe di Pianu Iladu, il Menhir Lu Saraghinu, le Domus de Janas di Tanca Fraddi Doro, S’Enaculadora e di Li Algasa.
Una volta pronta l’infrastruttura consentirà di mettere fuori servizio il vecchio schema idrico, che dipende esclusivamente dai pozzi di Perfugas, ormai molto ammalorato e soggetto a frequenti rotture che richiedono il costante intervento delle squadre di Abbanoa, con un pesante costo economico e ambientale. Interventi, inoltre, in diversi casi resi ancora più complessi dalla dislocazione delle condotte che in alcuni tratti sono state posate a una profondità di 6 metri con tutte le difficoltà logistiche e operative che ciò comporta.

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