Le trattative con i comuni azionisti di Acsm-Agam, Como e Monza, e Linea Group Holding (Cremona, Lodi, Pavia e Rovato), potrebbero partire subito dopo l’approvazione del piano industriale di A2A, giovedì prossimo, dal quale si attendono dettagli sulla crescita per linee esterne della superutility lombarda, controllata da Milano e Brescia.
L’ipotesi prevalente, come riferisce Reuters, è quella di creare una grande utility lombarda che aggreghi la più piccola Acsm-Agam, di cui A2A detiene già oltre il 20% del capitale, e Linea group. Ad aiutare la realizzazione di questo disegno la vicinanza politica di tutte le amministrazioni coinvolte nell’area del centrosinistra.
Il mercato sembra crederci e oggi ha premiato il titolo che ha chiuso la seduta in crescita del 4,25% a 1,031 euro, tornando sui livelli di marzo 2014. “La borsa scommette sulla crescita dimensionale dell’azienda con il prossimo piano industriale”, dice un analista di una banca d’affari straniera.
C’è anche l’ipotesi di un ingresso nel capitale di A2A da parte del Fondo strategico italiano (controllato dalla Cdp) che farebbe diluire le quote dei due comuni dal 50% attuale intorno al 40-42%, liberando così risorse per realizzare le aggregrazioni.
Tale eventualità, tuttavia, al momento non trova riscontro: più volte l’AD del fondo, Maurizio Tamagnini, ha sottolineato l’interesse a partecipare al riassetto del settore, evidenziando comunque che sono i comuni a dover decidere di valorizzare le loro quote “aprendosi al capitale di rischio”. Finora il Fondo è entrato nel capitale solo di Hera, investendo 110 milioni di euro per poi uscirne di fronte all’interesse di altri sottoscrittori. Ma nel caso di Hera non ci sono azionisti pubblici singoli con quote pari al 50% del capitale ma la società è controllata da un patto di sindacato fra numerosi comuni con il 51% complessivo.
Per concretizzarsi il piano dovrebbe passare al vaglio dei due consigli comunali con una delibera e poi in assemblea e i tempi potrebbero essere non proprio ravvicinati, visto che c’è l’Expo che incombe. L’orizzonte temporale, fissato dalla legge di Stabilità per consentire ai comuni di utilizzare i proventi da eventuali cessioni di quote, è quello del 2015. Ecco perché, se l’obiettivo è quello di crescere, A2A dovrebbe accelerare sul fronte delle trattative per chiudere il tutto entro la fine dell’anno. In altri termini, una volta svelato il piano al mercato, i comuni saranno chiamati ad adoperarsi affinché abbia le gambe per andare avanti