6 miliardi di euro all’anno per i prossimi 10 anni. È il volume di investimenti necessario per favorire l’evoluzione del sistema elettrico italiano, in particolare l’infrastruttura di distribuzione, per garantire una transizione energetica sicura. A dirlo è il Rapporto strategico 2024 redatto da The European House Ambrosetti, intitolato Il ruolo della distribuzione elettrica per una transizione energetica sicura, e incentrato, appunto, sul contributo fondamentale che le reti elettriche di distribuzione sono chiamate a dare in Italia e in Europa nel quadro del processo di decarbonizzazione. Rapporto che sottolinea la necessità di nuovi grandi investimenti per permettere alla rete di gestire il cambiamento di assetto del sistema elettrico e di far fronte agli effetti del cambiamento climatico.
Gli obiettivi di decarbonizzazione
Punto di partenza dello studio sono gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla commissione europea al 2050, per raggiungere i quali i Paesi dell’Unione dovranno raddoppiare il tasso annuo di installazione delle fonti energetiche rinnovabili rispetto alla media degli ultimi 5 anni. In tale prospettiva il vettore elettrico dovrà coprire il 60% dei consumi finali dell’Unione contro il 22% del 2022.
Il ruolo della rete di distribuzione
In questo percorso decisivo è il ruolo giocato dall’infrastruttura di distribuzione sotto due piani. Il primo è la capacità di fare fronte alla richiesta crescente di connessione di impianti distribuiti sul territorio. A tale riguardo nel 2023 in Italia sono state effettuate oltre 370.000 connessioni, 7 volte il numero registrato 10 anni fa e, complessivamente ad oggi, il numero di impianti fotovoltaici connessi alla rete ha superato 1,6 milioni. E si stima che il 70% della capacità rinnovabile addizionale da installare entro il 2030 nel nostro Paese verrà connessa alla rete di distribuzione in media e bassa tensione. Il secondo per l’incremento dei consumi elettrici e il ruolo sempre più attivo dei consumatori finali.
A queste due dinamiche si aggiunge poi l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi, che può creare danni alla rete, per sua natura capillare e quindi esposta agli effetti di tali eventi, e rendere più difficile una sua gestione sicura.
Una rete virtuosa
In tale contesto, il rapporto sottolinea la necessità di sostenere una nuova fase di investimenti, coerente con le trasformazioni già in atto e quelle attese, legate appunto al processo di transizione energetica e al contrasto ai fenomeni climatici straordinari. Investimenti indispensabili per far evolvere la rete, potenziarne la resilienza e continuare a garantire una costante affidabilità del servizio elettrico.
Lo studio ha analizzato anche la performance attuale della rete di distribuzione italiana, che spicca come delle più virtuose d’Europa, grazie agli investimenti già realizzati, che hanno abilitato alti tassi di innovazione, efficienza e sviluppo infrastrutturale. In particolare, la rete italiana è al primo posto in Europa per efficacia degli investimenti, tasso di penetrazione e funzionalità degli smart meter e al secondo posto per la performance relativa alle perdite di rete.
Sei miliardi all’anno
Ma soprattutto, lo studio quantifica il volume di risorse necessarie per proseguire il percorso di evoluzione della rete di distribuzione. E i numeri sono notevoli: 65 miliardi all’anno tra il 2024 e il 2050 in Europa e 6 miliardi all’anno in Italia per i prossimi 10 anni.
Un impegno che però produrrà ricadute economiche altrettanto importanti sul sistema-Paese, grazie all’impatto diretto e indiretto del settore della distribuzione elettrica sull’indotto. L’attesa è di oltre 13 miliardi di euro di valore aggiunto nel sistema ogni anno, abilitando più di 170.000 posti di lavoro e garantendo oltre 12 miliardi di euro di redditi per le famiglie italiane.